Ho scritto un libro, 129 pagine viste e riviste tra maggio e novembre 2013. Una sorta di sfida alla mente, per recuperare il filo di un'esistenza, che aveva avuto uno stop inaspettato e improvviso. Una mente che si era scoperta paurosa e incerta di fronte alla scoperta dell'oscuro passeggero accanto a sé. A dicembre 2013, spinta da uno strano impulso emotivo, ho deciso di preparare sinossi e manoscritto, scegliendo una piccola, ma volitiva casa editrice toscana, che non chiedesse contributi economici agli autori.
Esperienze a confronto in un blog semiserio per chi vorrebbe imparare a scrivere un libro.
Perché questo blog?
Questo blog è un tentativo di creare uno spazio per chi ha la passione per la scrittura e desidera un confronto da pari a pari. Io non insegno nulla, condivido la mia esperienza personale. Non sono una professionista del settore editoriale. Non vendo e-book per imparare a scrivere. Non ho contatti con agenzie letterarie, né con editori. Mi piace parlare di contenuti nel modo più semplice e colloquiale possibile. Mi piacerebbe che chi legge ciò che scrivo, lasci la pagina con un'impressione positiva; magari non avrà trovato ciò che cerca, ma non avrà perso tempo tra "bla bla bla" inutili.
venerdì 3 luglio 2015
mercoledì 3 giugno 2015
Scrivere criticandosi
Vado dritta a punto.
Io scrivo e mi critico da sola.
Scrivo due o tre pagine e poi il giorno dopo ricomincio leggendo dall'inizio. Dalla prima riga che ho scritto. Lo so, lo so... tempo fa avevo parlato di canovacci e di trame, di un lavoro gestito con una certa razionalità che avesse punti fermi da cui tracciare rotte, di agende cartacee su cui prendere appunti di massima.
Resto convinta che questo modo di lavorare porti risultati e sia giusto seguirlo.
Però mi sono accorta che per me non va proprio bene: mi sembra di fare i compiti a casa.
domenica 24 maggio 2015
Io inventavo storie
Io inventavo storie. Mi piaceva inventare favole, che parlavano di giovani intrepidi, fanciulle da salvare, cattivi da sconfiggere. La mia generazione è cresciuta tra libri di carte e penne; la fantasia è sempre stata fervida e la frase "c'era una volta in un paese lontano lontano..." schiudeva orizzonti impensabili. Il mio bagaglio culturale pescava dalle favole antiche, dalle storie di avventura, dai racconti di fantascienza, componendo e mischiando immagini, sensazioni, suoni e colori. Un po' Tom Sawyer, un po' don Chisciotte.
venerdì 22 maggio 2015
Avere il coraggio di scrivere ciò che sento mio
La scrittura ha potere catartico, aiuta ad esternare ciò che nascondiamo dentro. Occorre solo il coraggio di scrivere ciò che sentiamo nostro. Occorre fare una scelta e decidere di essere leali con noi stessi, senza nascondersi dietro maschere. La scrittura le fa cadere come poveri birilli: scrivere ciò che non ci appartiene ci lascia in mano carta straccia (se abbiamo stampato) o file inutili, degni sempre del solito cestino. Fare i conti con noi stessi ci permettere di scegliere se vogliamo affrontarci oppure se preferiamo quelle inutili invenzioni, oggi fantastiche e domani orribili. Ciò che ci appartiene sarà sempre uguale sia oggi che domani, felicemente o dolorosamente nostro.
mercoledì 25 marzo 2015
Scrivere un libro: aspetti preliminari
Quando si desidera camminare sul sentiero della scrittura, sarebbe meglio fermarsi un attimo a riflettere.
Ma di che vuoi scrivere? Sei veramente tagliato per affrontare quel tipo di storia oppure il tuo è un vezzo che dovresti lasciar correre?
In fondo pensare di scrivere porta inevitabilmente a chiederci chi siamo e chi vorremmo essere, a misurarci con noi stessi, i nostri limiti e i nostri sogni. Scrivere è come un vestito: bisogna saperlo indossare e viverci bene dentro, altrimenti tutto diventa estremamente ridicolo, per non dire penoso e grottesco. Invece di scrivere, faremo il verso allo scrivere, come pesci fuor d'acqua.
martedì 24 marzo 2015
Scrivere un libro: ma perché non fai altro... che è meglio?
Scrivere un libro... è perché?
Credo che la domanda sia obbligata e che le risposte possano essere molteplici. Ognuno ha le sue, molteplici e tutte legittime.
Io so di avere un grande difetto: essere presuntuosa ed essere una snob senza qualità. Sono sincera: c'è proprio questo dietro il mio desiderio di scrivere, l'idea di saperlo fare e saperlo fare bene, che, inevitabilmente si scontra con il fatto che il saper scrivere in un italiano mediamente fluido non si accompagna necessariamente a idee brillanti e interessanti.
sabato 7 marzo 2015
Il mio scrittore preferito: Gianni Rodari
ALLA FORMICA di Gianni Rodari
Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l'avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende,
regala.
Una citazione del mio scrittore preferito. Sì, Gianni Rodari è il mio mito. Lui è l'autore che fa vivere il mondo in un'atmosfera magica di ironia e disincanto. Le sue favole dedicate ai bambini mantengono viva quella parte bambina che è rimasta dentro di me. Le sue favole non sono come tutte le altre; sono speciali, fanno sorridere e rendono il mio mondo migliore.
Linguaggio bambino
La voce nascosta degli oggetti
Da
quando, bambina, lessi la favola del soldatino di stagno di Hans
Christian Andersen, ho sempre pensato che gli oggetti abbiano una voce
che noi non sappiamo percepire e decifrare. Se un oggetto si perde da
qualche parte, sono convinta che gridi nel suo muto linguaggio per farsi
ritrovare, come faceva il soldatino di stagno, perduto dal bambino
ricco. Ed è per questo motivo che cerco gli oggetti perduti con celato
struggimento, ripensando a quel povero, reietto e dignitoso soldatino
con una gamba sola e mi dolgo di non sapere comprendere la voce nascosta
degli oggetti. E quando ritrovo l'oggetto, lo saluto soddisfatta non
solo di averlo rintracciato, ma anche aver colto quel sottile flebile
messaggio che lui mi aveva certamente inviato.
Sono un po' strana, lo so!
Sono un po' strana, lo so!
martedì 24 febbraio 2015
Spazio narrativo: a ciascuno il suo
Spazio narrativo: una innumerevole, variegata casistica di esempi e situazioni. Importante che sia coerente, non declini nell'assurdità. Quanto di reale o di immaginario ci sia o ci possa essere in uno spazio narrativo è difficile da dire, perché è teatro di una storia che, tranne nei casi biografici, resta nel campo della finzione. In fondo contestualizzare una storia in un ambiente originale (intendo "proprio, di propria ed esclusiva creazione") è quasi impossibile: ci sono sempre fonti da cui si è finito per attingere, dirette o indirette, immagini, ricordi acquisiti e rielaborati.
domenica 22 febbraio 2015
Pensare una storia e ricominciare da capo...
Pensare una storia che ci appassiona e nella quale sentiamo di poter esprimere la nostra immaginazione, perché scrivere è una sorta di vita vissuta per interposta persona. Nel nostro (o nostra protagonista) esiste sempre qualcosa di noi. Se non fosse così, scrivere diventerebbe impossibile o quanto meno faticoso.
La storia, dunque, diventa qualcosa che entra a fare parte della nostra vita, una creazione che prende forma a poco a poco; qualcosa che ci gratifica e nello stesso tempo ci mortifica, diventando la nostra sfida e l'impegno delle nostre giornate.
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