Perché questo blog?

Questo blog è un tentativo di creare uno spazio per chi ha la passione per la scrittura e desidera un confronto da pari a pari. Io non insegno nulla, condivido la mia esperienza personale. Non sono una professionista del settore editoriale. Non vendo e-book per imparare a scrivere. Non ho contatti con agenzie letterarie, né con editori. Mi piace parlare di contenuti nel modo più semplice e colloquiale possibile. Mi piacerebbe che chi legge ciò che scrivo, lasci la pagina con un'impressione positiva; magari non avrà trovato ciò che cerca, ma non avrà perso tempo tra "bla bla bla" inutili.

martedì 24 marzo 2015

Scrivere un libro: ma perché non fai altro... che è meglio?

Scrivere un libro... è perché?
Credo che la domanda sia obbligata e che le risposte possano essere molteplici. Ognuno ha le sue, molteplici e tutte legittime.
Io so di avere un grande difetto: essere presuntuosa ed essere una snob senza qualità. Sono sincera: c'è proprio questo dietro il mio desiderio di scrivere, l'idea di saperlo fare e saperlo fare bene, che, inevitabilmente si scontra con il fatto che il saper scrivere in un italiano mediamente fluido non si accompagna necessariamente a idee brillanti e interessanti.

Sono brava a scrivere periodi che si leggono in modo fluido; so usare i congiuntivi e i gerundi; so giocare tra discorsi diretti e indiretti, creare ritmi lenti o agitati, frasi lunghe o spezzate. Amo la lingua italiana e posso rileggere una pagina 30 volte in un mese e cambiarla ogni volta in un caleidoscopico mutamento alla ricerca del ritmo perfetto, dell'imagine ideale, senza stancarmi o avvertire segni di cedimento, come se leggessi la pagina per la prima volta.
So fare tutto questo, ma ciò non basta per creare un testo degno di essere letto.
Ciò che più conta è trovare un'idea interessante che esca dalla banalità, che non segua luoghi comuni, che viva di una mimesi originale senza essere la copia di qualcosa di già detto. Ciò che conta è trovare spunti che attraggano con forza, che siano avvicenti e credibili.
Se manca questo, ogni sforzo stilistico resta vano, inutile quanto una bella scatola vuota.
Dovrei, dunque, pensare ad altro e abbandonare le mie velleità artistiche, i miei desideri di volare alto come Icaro, non solo perché l'età mi dovrebbe aver portato un po' di sale in zucca, ma anche perché dovrei ricordare la fine funesta di Icaro.
Scrivere un libro non è forse un po' un pavoneggiarsi davanti allo specchio della propria mente? Non è forse l'espressione della propria pretenziosità e di uno strisciante snobismo?
E forse non è anche un chiudersi in un mondo inaccessibile, dove la fantasia costruisce personaggi che popolano la nostra mente fino ad occuparla in modo preponderante? Una sorta di rifugio lontano da tutti dove noi siamo Creatore e Creazione nello stesso tempo.
A volte mi dico che farei bene a buttare tutto nel cestino e pensare veramente ad altro; che tutto questo è tempo perduto. Ma il mio testo è lì che mi aspetta, paziente e quieto: conosce i miei limiti e sa come solleticare la mia vanità. Sa bene, tanto quanto me, che lo cambierò centinaia e centinaia di volte, ma non sarò mai capace di smettere di scrivere.

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