Perché questo blog?

Questo blog è un tentativo di creare uno spazio per chi ha la passione per la scrittura e desidera un confronto da pari a pari. Io non insegno nulla, condivido la mia esperienza personale. Non sono una professionista del settore editoriale. Non vendo e-book per imparare a scrivere. Non ho contatti con agenzie letterarie, né con editori. Mi piace parlare di contenuti nel modo più semplice e colloquiale possibile. Mi piacerebbe che chi legge ciò che scrivo, lasci la pagina con un'impressione positiva; magari non avrà trovato ciò che cerca, ma non avrà perso tempo tra "bla bla bla" inutili.

domenica 24 maggio 2015

Io inventavo storie

Io inventavo storie. Mi piaceva inventare favole, che parlavano di giovani intrepidi, fanciulle da salvare, cattivi da sconfiggere. La mia generazione è cresciuta tra libri di carte e penne; la fantasia è sempre stata fervida e la frase "c'era una volta in un paese lontano lontano..." schiudeva orizzonti impensabili. Il mio bagaglio culturale pescava dalle favole antiche, dalle storie di avventura, dai racconti di fantascienza, componendo e mischiando immagini, sensazioni, suoni e colori. Un po' Tom Sawyer, un po' don Chisciotte.

Avevo un pubblico unico, attento ed esigente, che mal tollerava le mie variazioni sul tema. Sì, perché io ero un cantastorie, una di quelle che raccontava a memoria e inevitabilmente cambiava un po' la storia ogni sera. Ho sempre avuto pudore a mettere per iscritto le mie storie, forse per la paura che, una volta scritte, perdessero quel fascino d'ignoto che rendeva magiche le mie parole. Oggi, a vent'anni da quei tempi, mi rammarico di non aver avuto quel coraggio: ora, leggendo le mie storie, ricorderei meglio quei momenti, il respiro regolare del sonno del mio pubblico, le sue precedenti lamentele sulle mie digressioni. 

Oggi le mie storie non interesserebbero nessuno: i bambini vivono in un mondo tecnologico, che li rende esperti conoscitori del mondo, fin dalla tenera età. Le storie antiche di avventura sembrano aver perduto il loro fascino, perché tutto appare essere facilmente a portata di mano. Dire "c'era una volta in un paese lontano lontano..." pare un controsenso: non esistono più paesi lontani, irraggiungibili. Oggi c'è meno incanto, meno ingenuità, come se la conoscenza delle cose ci avesse privato di una parte magica della vita. Mi domando a volte se non vivevamo meglio al tempo in cui le favole avevano ancora una loro dimensione comunemente accettata.



1 commento:

  1. Perché inventavi?
    Inventale. I bambini, e noi tutti, abbiamo bisogno di immaginazione, che non è magia (quella delle stelle che accompagnano le fate buone, tante e troppe, con un bastoncino scintillante da festa di carnevale) ma è stimolare nascita di creatività partendo dalla loro esperienza, e dalla tua (che tanto "antica" non è se sei nata nel '959 - dello scorso secolo, è vero. È altrettanto vero che nessuno può fregiarsi, ora e adesso, di essere nata/o nel 2959.

    Con affetto

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