Perché questo blog?

Questo blog è un tentativo di creare uno spazio per chi ha la passione per la scrittura e desidera un confronto da pari a pari. Io non insegno nulla, condivido la mia esperienza personale. Non sono una professionista del settore editoriale. Non vendo e-book per imparare a scrivere. Non ho contatti con agenzie letterarie, né con editori. Mi piace parlare di contenuti nel modo più semplice e colloquiale possibile. Mi piacerebbe che chi legge ciò che scrivo, lasci la pagina con un'impressione positiva; magari non avrà trovato ciò che cerca, ma non avrà perso tempo tra "bla bla bla" inutili.

domenica 7 dicembre 2014

Dalle idee alla stesura

dalle idee alla stesura
Dopo aver limato, sfrondato, litigato con la mia traccia di idee fino a farla diventare un articolato e ben definito percorso logico su cui poter contare, posso iniziare a scrivere o almeno tentare di farlo. So da dove parto e mi è abbastanza chiaro dove voglio arrivare, anche se è certo che, in corso d'opera, potranno intervenire varianti, comparire nuovi spunti.

La prima pagina mette un tantino i brividi, ma non mi spaventa troppo: di questo devo ringraziare le tanto sudate, intense, odiate elucubrazioni che accompagnano la mia traccia, perché mi hanno dato frasi e immagini. Ci ho lavorato talmente tanto che mi basta riportare alla memoria quelle immagini e scrivere diventa relativamente facile. Rivedrò la mia pagina innumerevoli volte anche in modo maniacale, parola per parola per sentirne il ritmo. La mia pagina deve afferrare il lettore e incuriosirlo; lei, che è la prima di tante altre, ha questa grande responsabilità e ha l'obbligo di essere avvincente. 
Non mi piace iniziare con una descrizione statica, preferisco un'esposizione dinamica, per fare capire rapidamente di cosa sto parlando. Non mi piace leggere un testo che si dilunga inutilmente, dandomi l'impressione di sprecare tempo: questo vale sempre, che si tratti di un romanzo, di un saggio o semplicemente di un articolo. Mi sembra un inganno, un riempimento artificioso. Non metto giù pagine e pagine trascinata da un impulso creativo: l'ho fatto tante volte e il risultato è finito dritto nel cestino (sono arrivata a cestinare un file di 300 pagine che mi era costato mesi di lavoro). Preferisco scrivere una pagina, massimo due e poi ritornare indietro a rileggere. Lavoro di cesello, come se fossi un orafo.
E' una tela che si tesse e si disfa costantemente in attesa della frase giusta per esprimere quell'immagine. Paragrafo dopo paragrafo con attenzione porto a termine il mio capitolo: in genere mi prefiggo un numero che poi non rispetto mai, ma mi oriento sulle trenta pagine; poi diventano venticinque o trentadue e va bene ugualmente, purché i prossimi capitoli si assestino più o meno sullo stesso numero di pagine.
Trenta pagine in mano? Bene! Torno indietro e ricomincio da capo a leggere. Quel capitolo sarà corretto e rieditato più e più volte. Faticoso sì, ma a che serve costruire se le fondamenta non sono solide? E vado avanti così in un duello e in un confronto continuo fino alla fine.
Che dire? Ho scritto un libro, precisamente un testo di narrativa e ormai tra qualche giorno scadrà un anno da quando ho spedito il mio file alla casa editrice. Non mi sono servita della consulenza di un'agenzia letteraria. Aspetterò paziente il prossimo fine settimana e poi  scriverò per gli auguri di Natale. Avevo scelto con attenzione una casa editrice che assicurava una risposta: una casa editrice non a pagamento, di cui ho letto ottimi giudizi. Per parte mia, già sei mesi fa, avevo la risposta da darmi: dopo aver riletto la prima pagina ho chiuso il file. Ma in fondo era un testo scritto in sei mesi circa: che pretendevo? Ho in mente di chiedere all'editore di non leggere nemeno una riga, per risparmiargli l'impiccio. In un anno ho abbozzato quattro trame differenti e da una di queste ho realizzato cento pagine, una stesura ancora in elaborazione: questo è il mio bilancio dopo circa diciotto mesi di attività, un bilancio frutto di una vita reinventata dopo un evento personale estremamente importante. In mezzo ci sono centinaia di ore trascorse a scrivere, centinaia di frasi cancellate a video per rispetto del valore della carta che avrei sprecato.
Ciò che scrivo qui è espressione dell'esperienza del secondo libro.
Dilettante! Ebbene sì, dilettante al 100%, ma con qualche esperienza in più. Uno scribacchino... nulla di più...

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